Lo stress è un’emozione difficile and ognuno di noi ha i propri modi per gestirlo. Uno di questi è la risposta “freeze” (effetto paralisi). Questa risposta è stata osservata da esperti dello stress a livello globale, insieme alle risposte più comuni allo stress: Fight e Flight (combattere, fuggire). Infatti, talvolta accade che se percepiamo una situazione molto pericolosa ci paralizziamo. La risposta fight o flight riguarda la sopravvivenza, ma solo quando pensiamo che utilizzando questa strategia abbiamo una possibilità di battere i nostri aggressori. Quindi quando attiviamo questa risposta esiste la speranza. Invece, quando attiviamo la risposta freeze, percepiamo di non avere speranza nel controbattere l’aggressore. È una risposta che attiviamo quando ci sentiamo sopraffatti dall’aggressore e percepiamo che NON ci sia SPERANZA di sopravvivenza e cosi tendiamo al FREEZE. Durante questa reazione paralizzante allo stress noi sosteniamo il dolore e riusciamo a rimanere immobili, perché crediamo che sia l’unico modo per sopravvivere. Per capire queste reazioni di fight, flight or freeze, è importante capire come funzionano in armonia l’un con l’altra le due branche (simpatica e parasimpatica) del nostro sistema nervoso autonomo (ANS) per far fronte alle minacce e per poi riprendersi. Il nostro ANS è un insieme di nervi che si estende attraverso il corpo connettendo il cervello a vari organi e gruppi di muscoli per coordinare le due branche di questa risposta. La branca simpatica ci spinge a combattere o a fuggire (per esempio nello spingere il cuore a battere più velocemente, i muscoli a tendersi, gli occhi a dilatarsi e le mucose delle membrane ad asciugarsi. Tutto questo per combattere in modo più forte, correre più velocemente, vedere meglio e respirare più facilmente di quanto faremmo se non attivassimo questa risposta); la branca parasimpatica attiva la risposta del relax, ci calma per riposare e digerire (per esempio dice a nostro corpo che è tutto ok, che ora ci possiamo rilassare. Il pericolo è passato, non c’è più bisogno di essere in allerta. Tutto questo per rimanere fermi e per mantenere un flusso di sangue prezioso per la testa). Questa branca attiva la risposta freeze sia negli esseri umani che negli animali (guarda questo video della reazione freeze di una gazella https://www.youtube.com/watch?v=p62fMDqGOps). Se tu sei consapevole di avere una reazione freeze allo stress, il passo successivo sarebbe quello di rispettare questa reazione come un processo, riconoscerla come la tua soluzione per sopravvivere alla situazione, e questo va bene. Tuttavia, potresti anche valutare che qualcos’altro potrebbe funzionare per te quando ti senti stressato e tendi a paralizzarti. Forse ci sono pratiche culturali o spirituali ce possono aiutarti, come cantare, pregare, respirare profondamente, camminare, parlare, scrivere, ascoltare musica, suonare uno strumento. Queste pratiche potrebbero rappresentare altre opzioni che potresti utilizzare nei momenti di stress. Se queste pratiche o altre non ti sono state utili finora, allora puoi sempre esplorarne altre con un professionista nel campo del counselling. Ricordati soltanto che lo scopo non è evitare le emozioni, come lo stress, ma piuttosto conoscerle e rispettarle. Come diceva il Dalai Lama “il dolore è inevitabile, la sofferenza e facoltativa”. Infatti, soffrire deriva proprio dall’evitare le emozioni. Per cui, se lo stress è inevitabile, sicuramente i modi in cui tu lo puoi affrontare possono essere modificati.
Articolo adattato da http://trauma-recovery.ca/impact-effects-of-trauma/fight-flight-freeze-responses/