È difficile là fuori!
Il mondo è pieno di comportamenti aggressivi. Basta guardare il mondo animale tra prede e predatori. Eppure, paradossalmente tutto questo fa parte dell’armonia della natura, anche se dubito che possa essere definito bullismo, poiché le azioni degli animali sono puramente istintive. Penso che il bullismo sia ben altro.
La natura crudele del bullismo
Sicuramente avere a che fare con un datore di lavoro perfezionista o narcisista rende la vita difficile ai suoi impiegati perché richiede standard e dedizione al lavoro incredibilmente alti ed una costante attenzione ai loro bisogni piuttosto che ai vostri. Questo potrebbe farvi percepire l’ambiente di lavoro come bullizzante e provocarvi disagio o addirittura sofferenza. Effettivamente il fatto che queste persone siano interamente focalizzate su sé stesse e sulle loro necessità sicuramente sorpassa ogni considerazione che possano avere degli altri, ma molto spesso loro non intendono infliggere dolore intenzionalmente. Forse molti perfezionisti potrebbero sentirsi addirittura mortificati nel venire a conoscenza che il loro egocentrismo danneggia emotivamente le persone che gli stanno intorno.
Tuttavia, il bullismo, nella sua forma più pura, è intenzionale. L’intenzione è di far star male la persona che sceglie come suo bersaglio. Al vero bullo non interessa se causa dolore, disagio o malessere negli altri, anzi si sente gratificato proprio nell’infliggerlo.
Felicità bloccata
Tutti noi abbiamo la necessità innata di:
- sentirci al sicuro (fisicamente, emotivamente, finanziariamente)
- dare e ricevere attenzioni
- connettere mente e corpo
- avere uno scopo, degli obiettivi e un significato
- sentirci parte di una comunità e apportare il nostro contributo
- stimoli e creatività
- intimità
- un senso di controllo sulla nostra vita
- un senso di status
La realizzazione di questi bisogni ci fa sentire felici, conseguentemente se vengono bloccati proviamo sofferenza. Il bullismo, in tutte le sue miriadi di forme, blocca questi bisogni primari in un modo o nell’altro. Dal bullismo fisico subito a scuola a forme più insidiose perpetrate in ambienti sociali, lavorativi, di persona e online, ogni forma di bullismo è un blocco intenzionale ovvero la negazione o la prevenzione di uno, alcuni o tutti questi bisogni.
Può essere utile chiarire quali bisogni il bullismo può bloccare nello specifico. Per esempio:
- Quando le persone sono sminuite, il loro status è minato.
- Quando sono evitate o escluse, il loro bisogno di connessione ad un gruppo è reciso.
- Quando sono ignorate, il loro fondamentale bisogno di scambio di attenzioni è trascurato.
- Quando si sentono impotenti, il loro bisogno di avere un senso di controllo è ostacolato.
Cosa si potrebbe fare dunque per rivalutare e soddisfare adeguatamente i bisogni primari bloccati dal bullismo?
La prima cosa sarebbe quella di valutare quanti e quali di questi bisogni primari sono soddisfatti e quali sono bloccati. Che cosa sta bloccando questo bullismo? Un senso di sicurezza? Di status? Di controllo? Di appartenenza ad un gruppo? Del propio valore? …
Questo potrebbe essere un buon punto di partenza per affrontare gli effetti che questo abuso sta provocando. Il prossimo potrebbe essere quello di condividere questa esperienza con altre persone a voi vicine o vittime dello stesso abuso. Ci sono diversi gruppi di ascolto e mutuo aiuto. Parlare e condividere può far sentire meno soli e rendere l’esperienza meno opprimente. Infine, si può ricorrere all’aiuto di un esperto in questo tipo di abuso. Che sia un professionista counsellor, psicologo o psicoterapeuta, accertatevi che abbia esperienza nel settore, cosicché potrà guidarvi verso la miglior gestione e risoluzione del problema.
Articolo tradotto e adattato da:
https://www.unk.com/blog/3-ways-to-help-your-bullied-clients/
Lettura consigliata:
Griffin, J., and Tyrrell, I. (2001). Humans Givens: The new approach to emotional health and clear thinking. CPI Group (UK) Ltd: Croydon.